Di Maria Torrisi

A fare la differenza è stato il dessert con i suoi profumi di mandarino, l’essenza di gelsomino, il sapore inconfondibile del pistacchio. Ma i cuochi palermitani, che nella seconda giornata dei Campionati della Cucina Italiana hanno conquistato il più alto numero dei voti sia della giuria tecnica che dei giornalisti, hanno dimostrato abilità, invenzione ed equilibrio.

Sprizzano gioia dal palco della Fiera di Rimini, con le medaglie al petto e la targa in mano perchè finalmente per loro è arrivato il momento di raccogliere gli allori, dopo mesi impegnativi, tra prove tecniche e di affiatamento. Ora Salvatore Cambuca, Fabio Armanno, Francesco Giuliano, Giancarlo Troia, Antonella Di Galbo, Gianluca Bruno e Mauro Lo Faso possono dirsi soddisfatti, ma – come tutti coloro che ambiscono a superare se stessi – non si dicono “arrivati”.

“Non c’è mai un punto di arrivo – dice il presidente dell’associazione Giacomo Perna – questo nenù è stato studiato per mesi con il preciso intento di rispettare tutte le regole del concorso e per valorizzare al meglio i prodotti del territorio”.

La giuria dei giornalisti di settore ha espresso un parere conforme a quello della giuria tecnica, apprezzando del Culinary team Palermo l’equilibrio espresso nel piatto e la sobrietà che non è mai scivolata nella trappola della banalità, benchè il confronto con le altre squadre concorrenti della giornata – Francia, Calabria e Molise – non sia stato facile.

“Le altre squadre hanno giocato tutte le carte messe a disposizione dalla propria esperienza – dichiarano con sportività i componenti del team palermitano – ma noi forse siamo stati più fortunati”.

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