di Raffaella Maugeri
Rossa, rotonda, dolce ed estremamente profumata, così si presenta ai nostri sensi la fragola di Maletto, un piccolo paese situato alle pendici dell’Etna. La storia di questa delizia è abbastanza recente e ha come scenario iniziale la Ducea dell’ammiraglio Nelson (situata al confine fra i comuni di Bronte e Maniace) dove negli anni ’30 del Novecento, ad opera di un cittadino malettese che intratteneva rapporti con i Paesi esteri, giunse dal Sud della Francia una particolare qualità di fragola selezionata nel 1906 e nota come “Madame Moutot”, della quale si volle tentare la coltivazione proprio nelle terre agricole del Duca purtroppo con scarsi risultati; a questo punto glistessi contadini che lavoravano per la famiglia dell’ammiraglio vollero fare un secondo tentativo,provando ad impiantarla in alcuni terreni di origine vulcanica nella zona di Maletto che, nonostante il soprannome di “terre morte”, avevano fama di essere molto fertili e infatti fu qui che la nuova pianta attecchì perfettamente e cominciò a farsi conoscere in tutta la sua bontà.
Tuttavia è negli anni ’50 che la coltivazione della fragola di Maletto iniziò ad intensificarsi in concomitanza con la scoperta di acque sotterranee che alimentavano svariati pozzi perlopiù spontanei, per poi subire un brusco arresto nel ventennio successivo a causa di una notevole riduzione dell’approvvigionamento idrico; verso la fine degli anni ’70 e soprattutto negli anni ’80 ebbe inizio la ripresa della fragolicoltura grazie al ritrovamento di nuove falde acquifere molto ricche di sali minerali e alla costruzione di nuovi pozzi e, nello stesso periodo, alla coltivazione della Madame Moutot, che intanto cominciava ad essere conosciuta ed esportata nel resto d’Italia e anche all’Estero, si aggiunse quella della cosiddetta “fragolina” che per le sue caratteristiche, piccola e profumatissima, venne apprezzata sin da subito e ampiamente utilizzata nel settore della pasticceria.
Nel 1986 venne compiuto un ulteriore passo ad opera dell’Amministrazione comunale del tempo, la quale organizzò la prima Sagra della fragola, una manifestazione finalizzata non soltanto arilanciare questo squisito prodotto ma anche a dare risalto al territorio e alle sue bellezze ambientali e culturali; la sagra, che perdura ancora oggi, è giunta alla trentaduesima edizione e si tiene nel mese di giugno, nello specifico quest’anno si svolgerà da venerdì 9 a domenica 11 giugno eovviamente a farla da padrone saranno le fragole che, in piantina o in cassetta, sistemate in appositi stand, coloreranno le strade del paese insieme ad altri prodotti tipici siciliani, spettacoli musicali,visite guidate lungo il centro storico e postazioni gastronomiche dove sarà possibile degustare svariate preparazioni principalmente a base di fragole quali il gelato, l’arancino e perfino il risotto; come da tradizione un’enorme torta concluderà l’evento che ogni anno accoglie numerosissimi visitatori incrementando il turismo della regione.
Naturalmente la fragolicoltura siciliana odierna non si limita alla sola zona di Maletto, interessa infatti anche altre aree, per esempio del trapanese e del siracusano e ulteriori coltivazioni pregiate si trovano nelle zone vallive di Ribera e Sciacca; e allora cos’è che rende la Signora di Maletto tanto speciale e ricca di fama? Oltre al clima un valore aggiunto è rappresentato certamente dal territorioche, essendo compreso tra l’Etna e la Valle del Simeto, possiede tutte le caratteristiche necessarie aconferire alla rossa “signora” un sapore e una fragranza unici e, non meno importante, l’assenza di processi artificiali di maturazione, al fine di non pregiudicare le peculiarità del prodotto.
Comunque la Madame Moutot, detta anche fragola-pomodoro per la sua rotondità e succosità, non è più l’unica qualità di fragola coltivata in questo paese della provincia di Catania, trattandosi infatti di un frutto che si deteriora molto velocemente e che di conseguenza si commercializza solo nel suo periodo di maturazione e raccolta, che va da maggio a giugno, gli agricoltori hanno introdotto altre due varietà che possano incrementare l’economia: la Fragaria Vesca (in latino vesca significa molle), ovvero la già citata fragolina piccola, molto richiesta nel settore dolciario e quindi valida fonte di guadagno, cresce in maniera spontanea nei boschi e viene successivamente trapiantata evitando anche in questo caso procedimenti artificiali che ne possano compromettere le proprietà organolettiche e infine la Rifiorente, una qualità perenne dal frutto più grande e allungato e meno saporito che però permette la raccolta quasi tutto l’anno, all’incirca da aprile sino a ottobre/metà novembre e per questo conosciuta come fragola quattro stagioni.
La Madame Moutot però rimane l’emblema di Maletto, la cultivar più pregiata e particolare al punto che per preservarla è stata inserita all’interno del progetto della Fondazione Slow Food “Arca del Gusto”, un progetto che ha come obiettivo la salvaguardia degli alimenti a rischio di estinzione.
Quando si parla di fragole, nello specifico di fragole di campo, non si discute sulla loro bontà ma è interessante soffermarsi altresì sulle molteplici proprietà benefiche di questo frutto che in realtà frutto non è – appartenente alla pianta del genere Fragaria, della famiglia delle Rosaceae, la fragolainfatti non è un frutto dal punto di vista botanico, ma solo dal punto di vista nutrizionale trattandosi di un prodotto edibile; i veri frutti non sono altro che i piccoli semini gialli disseminati lungo la superficie della rossa polpa, che comunemente mangiamo e che si chiamano scientificamente “acheni”.– Ricordando che è sempre importante consumarle quando sono di stagione, le fragole si possono considerare un autentico super-alimento per l’elevato contenuto di sostanze fondamentaliper la nostra salute quali ad esempio Vitamina C, Vitamina K, acido folico, flavonoidi e potassio.
Essendo ricchissime di Vitamina C (in una porzione di 5 fragole ne è presente la stessa quantità di un’arancia) sono un valido alleato del sistema immunitario, contribuiscono a migliorare l’elasticità della pelle fungendo da antirughe naturale e aiutano anche a preservare la salute dell’occhio grazie alle loro proprietà antiossidanti; l’acido folico ottimizza le prestazioni della memoria e i flavonoidi sono utili a contrastare il colesterolo cattivo nel sangue, migliorando dunque l’attività del cuore.
Inoltre il consumo di fragole giova ad attivare il metabolismo grazie alla presenza di enzimi in grado di bruciare più velocemente il grasso ed essendo costituite per la maggior parte da acqua sono poco caloriche, idratano, riforniscono l’organismo di minerali, hanno effetti diuretici e depurativi; lo zucchero in esse contenuto, il fruttosio, è a basso indice glicemico e quindi, seppur con parsimonia, possono consumarle anche i diabetici; perfino i denti traggono beneficio dal consumo di questo alimento, che aiuta a proteggerli e a renderli più bianchi grazie alla presenza di un altro zucchero, lo xilitolo, che impedisce la formazione della placca e contrasta l’alito cattivo.
Per quanto concerne l’uso delle fragole in cucina, ci si può davvero sbizzarrire, c’è chi ama consumarle al naturale o con zucchero e limone, sono l’ingrediente principale delle macedonie di frutta, buonissime e golose con la panna; con le fragole si possono preparare marmellate, gelati, svariati dolci e anche pietanze salate come avviene durante la sagra malettese e, data la lorobellezza, sono ampiamente utilizzate come guarnizione di torte e molte altre preparazioni. Ma dal momento che la fragola di Maletto è giunta dalla Francia, per rendere omaggio a questo paese che ci ha lasciato in eredità questa autentica prelibatezza da custodire gelosamente, di seguito troverete la ricetta della bavarese alle fragole, una variante della classica bavarese, un dolce al cucchiaio di origine francese a base di crema inglese, panna e gelatina.
Bavarese alle fragole
Ingredienti per 8 persone
– 300 gr di fragole
– 150 gr di zucchero
– 4 tuorli d’uovo
– 400 ml di latte
– scorza di un limone biologico
– 20 gr di gelatina in fogli
– 300 ml di panna
Preparazione
Per prima cosa ammollare i fogli di gelatina in acqua fredda. Proseguire frullando le fragole con 50 gr di zucchero. A questo punto dedicarsi alla preparazione della crema inglese scaldando il latte con la scorza di un limone e montando a parte i tuorli con lo zucchero rimasto sino ad ottenere un composto soffice. Eliminare la scorza di limone dal latte caldo e versarlo a filo sulle uova appena montate, dopodiché mettere il composto sul fuoco mantenuto a fiamma bassa e mescolare di continuo fino a quando il composto non si sarà addensato. Una volta pronta la crema toglierla dal fuoco e aggiungere la gelatina ammorbidita in precedenza, avendo cura di strizzarla. Montare la panna e unirla alla crema con delicatezza e, infine, aggiungere la purea di fragola continuando a mescolare il tutto finche non risulterà ben omogeneo. Versare la bavarese in uno stampo foderato di pellicola e riporre in frigorifero per almeno 4 ore. Servire la bavarese capovolgendola su un piatto da portata. In alternativa si può versare la bavarese in coppette da servire singolarmente.
Raffella Maugeri