di Maria Torrisi
Non potranno mai più mancare dalle nostre cucine, dai nostri piatti e dalle nostre tavole, neanche per un solo istante: l’armonia e la pace – gli elementi essenziali di una buona vita, anzi gli ingredienti principali della vera “ricetta della felicità”– si meritano un posto d’onore in cucina, e presto lo avranno davvero.
ìI cuochi siciliani infatti – si comincia dalla Sicilia, ma il progetto aspira ad allargarsi coinvolgendo le altre associazioni regionali – sono stati scelti per diventare messaggeri della buona tavola: avranno il compito di ricordare l’alto valore della pace, prima a sé stessi e poi a quanti avranno modo di entrare in contatto con il loro operato.
L’idea è della prestigiosa Associazione “Bandiera della Pace” che in tutto il mondo conta un’adesione compatta di centinaia di Nazioni e di migliaia di enti culturali in ogni latitudine, e che si ispira ai principi universali indicati già all’inizio del secolo scorso da Nicholas Roerich, il leader carismatico russo che ha coinvolto capi di stato e organizzazioni mondiali.
L’equazione è semplice: dando vitae corpo con la propria arte e con il proprio lavoro al cibo dell’uomo, i cuochi sono le espressioni professionali che, per vocazione e per ruolo, appaiono le più indicate a sostenere il messaggio della pace, che è il cibo dell’anima e dello spirito.
“Non tutti conoscono la bandiera della pace di Roerich – ammette Domenico Privitera, presidente dell’Urcs – e pochi di noi hanno già visto il suo simbolo: un cerchio perfetto nel quale sono iscritte tre sfere color rosso magenta, simbolo che la Cultura racchiude l’Arte, la
Scienza e la Spiritualità, ma sono certo che tutti i cuochi sposeranno volentieri questa bella missione. Siamo riconoscenti –ha aggiunto il presidente – a chi ha visto in noi i degni portabandiera di questo movimento così prestigioso. La pace è un ideale che non può essere sentito lontano da nessuno di noi: tutti abbiamo il dovere di contribuire al suo raggiungimento”.
Il movimento nacque su iniziativa dell’artista russo Nicholas Roerich, interessato ad individuare un sistema globale, riconosciuto universalmente, che fosse in grado di proteggere tutti gli elementi culturali dei popoli, che il succedersi delle guerre metteva in serio rischio. Come la croce rossa, organizzazione internazionale riconosciuta da tutti gli Stati, era in grado di proteggere i feriti egli ospedali, così un simbolo analogamente rispettato avrebbe dovuto essere in grado di proteggere musei, biblioteche, opere d’arte e di ingegno umano, sottraendolo alla furia distruttrice della guerra. In quegli anni infatti imperversavano i conflitti mondiali e la potenza degli ordigni faceva temere pesanti conseguenze sul patrimonio artistico e culturale dei Paesi coinvolti. I beni distrutti sarebbero stati sottratti irrimediabilmente al patrimonio dell’umanità. Da questa prima idea, accolta con grande entusiasmo persino dalla Casa Bianca, si passò presto ad un movimento che divennecapace di coinvolgere sensibilità sempre crescenti. Ora l’Associazione è sparsa in tutto il mondo in maniera capillare, e anche in Italia è attiva su tutto il territorio con diversi centri in grado di coinvolgere amministrazioni comunali, scuole, teatri e ora anche i cuochi siciliani.
“Non ci saranno cerimonie speciali – anticipa Privitera – perché la pace è un bene di tutti e si diffonde a macchia d’olio senza fare alcun rumore, ma una volta che l’Unione regionale cuochi siciliani sarà insignita del vessillo, ogni impegno sarà rispettato in virtù di questo patto”.